Barbatelle

La nostra Azienda propone una vasta scelta di varietà di barbatelle certificate con standard qualitativo e sanitario delle piante molto elevato.

La produizone di Barbatelle

Dietro alla produzione delle barbatelle c’è molto lavoro: impegno, tecnica ed esperienza.

La barbatella viene ricavata da una vite adulta da cui viene “tagliato” un tralcio, detto anche talea.

Il suo nome deriva appunto da un tralcio di vite che, messo in determinate condizioni, emette le “barbe” ovvero le radici.

La vite, come anche altre piante, ha la capacità di rigenerarsi, cioè di ricostruire autonomamente parti precedentemente mutilate (in questo caso le radici). Il tralcio verrà infatti interrato in particolari casse dette “di forzatura” contenenti terreno, sabbia o anche segatura, e viene innaffiato affinché dall’estremità tagliata si sviluppino le radici, appunto la cosiddetta “barba”. Una volta sviluppate le radici, il tralcio iniziale divenuto Barbatella è autonomo a tutti gli effetti e può essere messo a dimora.

La maggior parte delle barbatelle in commercio sono già innestate. Questo significa che la barbatella è stata ottenuta dall’unione di due tralci distinti, detti bionti, uniti tra loro: la parte inferiore, detta portinnesto, è quella dalla quale si genera l’apparato radicale, mentre la parte superiore, definita nesto o marza, costituisce la chioma, ovvero la parte che darà i frutti. Il motivo risale a 150 anni fa ed è quello di contrastare un parassita americano, la fillossera.

Varietà di Barbatelle

Una vasta scelta di varietà di Barbatelle certificate :

Barbatelle per uve da vino Piemontese :

uva Barbera – uva Moscato- uva Dolcetto – uva Grignolino – uva Nebbiolo – uva Arneis -uva Favorita- uva Freisa – uva Syrah – uva Bonarda .

Barbatelle per uve da vino internazionali :

uve Cabernet Sauvignon – uve Cabernet Franc – uve Sauvignon Blanc

Barbatelle per uve da tavola :

uva Italia – uva Victoria – uva Moscato Amburgo .

Il ciclo di lavorazione

Il nostro lavoro nel vivaio è sicuramente una delle tappe fondamentali e più importanti per la produzione del prodotto più caratteristico del nostro territorio, il vino. Per produrre del buon vino è necessario seguire scrupolosamente tutte le fasi del lavoro. Per ottenere barbatelle pronte alla consegna serve un intero anno di preparazione e lavorazione seguendo il ciclo naturale della pianta.

Inverno:

si inizia con la selezione ed il taglio di portinnesti e gemme di molteplici varietà. La barbatella è infatti formata da due componenti, la marza e il portinnesto.

Una marza è una porzione di pianta con almeno una gemma vitale. Le marze, o nesti, vengono raccolte prima della ripresa vegetativa primaverile e conservate fino al momento dell’innesto in celle frigorifere o in ambienti adeguati. La marza, viene prelevata per poter moltiplicare le piante con la tecnica dell’innesto. Tramite quest’ultimo la marza (questa porzione di ramo) va “impiantata” su una pianta più forte e ben radicata che fa fa portinnesto. Un’attenta scelta delle marze con ottime qualità produttive, vitali, cioè perfettamente conservate, sane, di dimensioni adeguate alle piante da innestare ed infine affini al portinnesto. I portinnesti sono apparati radicali portinnesto cioè una pianta sana, già formata e sviluppata appartenendo allo stesso genere della pianta. I portinnesto ha la funzione di fornire alla pianta determinate proprietà in modo migliore di quanto lo possa fare il nesto o marza da solo. Tali proprietà dipendono dagli scopi per cui si effettua l’innesto.
 
I portinnesti conferiscono alla pianta da frutto precise caratteristiche:
 
– Vigoria
– Resistenza alla siccità ed alle condizioni climatiche
– Adattamento ai diversi tipi di terreni
– Capacità della pianta di auto-sostenersi senza la necessità di tutori di sostegno.

Primavera:

si prosegue con l’innesto e la collocazione degli innesti nei cassoni colmati di substrato generalmente di segatura per mantenere un grado di umidità adeguata.

L’innesto è una pratica agronomica per la moltiplicazione agamica delle piante realizzata con la fusione anatomo-fisiologica di due individui differenti (bionti), detti rispettivamente portinnesto o soggetto e nesto o oggetto, di cui il primo costituisce la parte basale della pianta e il secondo la parte aerea.. L’innesto consiste nel saldare, sul portinnesto, una parte di pianta del nesto, detta marza, rappresentata da una porzione di ramo o da una gemma, in quest’ultimo caso detta occhio o scudetto. Si ottiene in questo modo un’unica pianta formata da due porzioni diverse. In vivaio l’innesto si effettua meccanicamente. La macchina produce due forme complementari. A seconda della macchina avremo l’innesto a omega o l’innesto a denti. Per avere la formazione del callo e quindi l’unione tra i due bionti temperatura ed umidità dovranno essere controllate. Alta temperatura ed alta umidità garantiranno il successo dell’attecchimento. Questa pratica si chiama forzatura.
 
Le funzioni dell’innesto sono molteplici, tra cui:
 
– regolare lo sviluppo, la longevità, la precocità. La scelta del portinnesto influisce sulla vigoria, limitando lo sviluppo della parte aerea o rafforzandola, sulla longevità e, infine, sulla precocità della produzione, anticipando o ritardando l’epoca della fioritura;
 
– la resistenza a parassiti, malattie e fitofagi: il ricorso a portinnesti resistenti a particolari avversità permette di evitare attacchi agli apparati radicali o a contenerne gli effetti. L’esempio più eclatante è la lotta alla fillossera della vite tramite l’innesto dei vitigni europei su portinnesti americani più resistenti al fitofago.

Tipi di innesto

Omega e Spacco Inglese

– L’innesto a Omega è particolarmente usato nella vite, in quanto, una volta recisa ha una notevole fuoriuscita di linfa. Per favorire l’attecchimento dei bionti si procede con l’innesto a Omega il quale crea un taglio a forma di occhiello che consente di stabilizzare l’afflusso della linfa offrendo una buona cicatrizzazione. Il taglio ha la forma della lettera finale dell’alfabeto greco. Per ciò che riguarda la vite, questo tipo di innesto è consigliato all’inizio del riposo vegetativo della pianta (ottobre-novembre).
 
A seguito di tale fase, i cassoni vengono portati in locali appositamente riscaldati a temperatura costante affinché vengano favorite le saldature tra la gemma ed il portainnesto. Una volta che le piante risultano essere germogliate, generalmente nel mese di Maggio, si procede con l’impianto nel vivaio.

Estate

si monitora continuamente il vivaio: si provvede all’esecuzione dei vari trattamenti, (antiperonosporici, contro la flavescenza dorata, insetticidi), all’irrigazione, alla cimatura e si mantiene costantemente il terreno pulito da erbacce.

Autunno

si procede con l’estirpo delle barbatelle dal vivaio. Queste ultime vengono portate presso l’Azienda dove verranno controllate, selezionate, potate, paraffinate, etichettate, confezionate in apposite scatole e collocate nelle celle frigorifere dove la temperatura e l’umidità vengono mantenute costanti e controllate ad una temperatura da 2 a 3°.

Dopo tale fase sono pronte per la commercializzazione.

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